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Presentazione

La maggior parte dei gruppi regionali o nazionali dei Preti sposati si sono formati negli anni 70 sulla scia di una emorragia senza precedenti nel clero cattolico. Dopo una concreta apertura voluta dal Vaticano II, si parlò di una "primavera nella Chiesa" in cui si percepiva il soffio evangelico, la speranza di un rinnovamento, di un dialogo con il mondo contemporaneo. Poi ci fu una rapida smontatura.

Si pensi a "Humanae Vitae" (25 luglio '68) poi al Sinodo dei vescovi del '71 e già si intuiva la tendenza ad una restaurazione sia nell'ambito morale (una rigidità dogmatica verso la sessualità) che nell'ambito ecclesiastico (un raffredamento, anzi una manipolazione riguardante l'avviamento di una struttura democratica per un minimo che sia).

Di fronte a questo più di 100 000 preti cattolici di diversa collocazione geografica e culturale corrispondente ad un quarto di tutti i preti del mondo, si sono sposati e sono stati costretti a non esercitare nessun ministero, ad abbandonare a volte perfino il loro ambiente culturale, le loro famiglie, la loro abitazione. La maggioranza di questi ha però ottenuto assai facilmente da Roma la dispensa canonica dal celibato.

La vitalità di questi gruppi rispondeva senza dubbio ad una necessità sia personale che sociale. Il fatto è che questi preti, le loro compagne e a volte pure i loro figli, hanno dovuto portare il peso di una colpabilità che ben spesso non aveva nessun fondamento ma che li costringeva a rinchiudersi in un silenzio sospetto. La funzione primaria e forse la più importante di questi gruppi di amicizia, fu quella di dare loro la possibilità di aprirsi, sostenersi, aiutarsi. Questa riflessione in comune, il desiderio di valorizzare senza nostalgia le esperienze fatte, il rifiuto di volersi piegare a quell'attitudine passiva così spesso imposta ai fedeli, hanno fatto sì che questi gruppi assumessero una seconda funzione più militante e strutturata, finalizzata a far sorgere "ministeri rinnovati". Questo impegno fu percepito pure da molti preti restati in servizio a volte ben al di là dell'età del pensionamento come pure da associazioni laiche anch'esse alla ricerca di forme più democratiche e di riforme. Sul piano internazionale queste rivendicazioni hanno beneficiato di ricerche e proposte scaturite dai Congressi triennali della Federazione Internazuionale dei preti cattolici sposati.

A dire il vero le motivazioni di quei gruppi di 20 / 30 o di 40 anni fa sono ancor oggi valide e forse anche più valide e attuali di allora.
Tutti quegli scandali ed abusi sessuali nel clero, quel silenzio mantenuto con tanta cura su relazioni clandestine dei preti, l'interdizione di discutere sui diritti delle donne nella Chiesa, la loro partecipazione alle decisioni interne della Chiesa postulano una chiara presa di posizione perché si voglia sistematicamente impedire di aprire un dibattito sulla legge del celibato obbligatorio. Un sistema di gestione clericale che blocca la crescita delle comunità con l'importazione di preti che provengono da altri Paesi sono altrettanti motivi per una profonda riflessione e che continuano ad interpellarci e che quindi provocano una nostra presa di posizione e che determinano i nostri impegni.